In seguito ad una nostra segnalazione ai sensi dell’art.144 del D.Lvo 196/2003, il Codice della Privacy, l’Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali ha inflitto una maxi multa di 300 mila euro a La Rinascente s.p.a..
L’episodio che ha portato alla condanna del colosso italiano dello shopping si era verificato nel luglio 2021 presso il punto vendita di Catania della Rinascente.
In seguito ad un banale diverbio tra una cliente ed una commessa, l’ignara cliente si accorgeva che la sua fidelity card era stata a sua insaputa arbitrariamente annullata, ed al suo posto era stata emessa una nuova card intestata a tale “Donzella Svampita”.
La cliente del punto vendita etneo, seguita dal nostro studio, segnalava immediatamente l’accaduto al servizio clienti della Rinascente rilevando la gravità del fatto e, contestualmente, vista la evidente illegittimità della condotta della dipendente, inoltravamo formale segnalazione all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali.
Sul ricorso proposto dal nostro studio nell’interesse della “Donzella Svampita”, in esito all’istruttoria svolta, l’Autorità Garante ha appurato che effettivamente il “data breach”, ossia la violazione dei dati personali, relativo alla cliente era derivato da una deliberata illegittima condotta di una dipendente, che aveva violato le istruzioni ricevute dall’Azienda ed i relativi protocolli in materia di gestione dei dati personali dei clienti.
Nell’ambito dell’istruttoria svolta dall’Autorità Garante, che ha inviato presso La Rinascente il Nucleo Speciale Privacy e Frodi Tecnologiche, sono state riscontrate altre violazioni della normativa in materia di trattamento dei dati personali dei clienti, che hanno portato, con provvedimento dell’8 giugno scorso (leggi qui), alla condanna de La Rinascente s.p.a. al pagamento della somma di 300 mila euro, a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria per le violazioni accertate.
La notizia ha avuto ampio risalto nella stampa nazionale.
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